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Blitz antimafia: arrestato il sindaco di Aprilia, Lanfranco Principi

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Blitz antimafia: arrestato il sindaco di Aprilia, Lanfranco Principi

Un’operazione antimafia senza precedenti ha colpito la città di Aprilia, in provincia di Latina, portando all’arresto di 25 persone, tra cui il sindaco Lanfranco Principi, attualmente agli arresti domiciliari con l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa, voto di scambio, turbativa d’asta e altri reati.

L’inchiesta, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia (Dda) di Roma e condotta dalla Direzione Investigativa Antimafia (Dia) insieme ai carabinieri del Comando provinciale di Latina, ha rivelato l’esistenza di un’organizzazione mafiosa radicata nel tessuto economico e politico della città pontina, in grado di controllare la pubblica amministrazione e di influenzare pesantemente la vita economica locale.

Una Mafia Strutturata e Radicata

L’organizzazione, descritta dal Gip di Roma come “gruppo criminale di stampo mafioso”, era composta da imprenditori che fungevano da intermediari tra i soggetti criminali e i cosiddetti “colletti bianchi”. In questa rete di corruzione, il sindaco Lanfranco Principi avrebbe giocato un ruolo centrale.

Già vicesindaco nel 2018, Principi avrebbe accettato la promessa di due imprenditori mafiosi di ottenere voti in cambio di favori, come l’affidamento diretto di lavori pubblici e l’assunzione di personale. Le indagini rivelano che almeno 200 delle 453 preferenze ricevute da Principi durante le elezioni del 2018 sarebbero state raccolte grazie a questo patto illecito. In cambio, Principi avrebbe garantito affidamenti diretti a ditte riconducibili al clan mafioso, pagamenti tempestivi e l’assegnazione di posti di lavoro e immobili. Queste azioni avrebbero contribuito a rafforzare e consolidare il controllo dell’organizzazione mafiosa sul territorio.

Un Sistema di Corruzione Diffuso

La mafia ad Aprilia operava come un “comune nel comune”, con l’obiettivo di impadronirsi delle istituzioni senza spargimento di sangue, come spiegato dal Gip. Il gruppo criminale utilizzava sia economie legali che illegali, finanziandosi attraverso attività come il traffico di droga, l’usura, e le estorsioni, mentre investiva in società legali e manteneva rapporti con altre organizzazioni criminali, inclusi clan come i Casalesi e i Polverino. Il procuratore di Roma, Francesco Lo Voi, ha sottolineato come questa operazione confermi la presenza di una mafia autoctona nel Lazio, “simile a quella che si trova in alcuni comuni della Sicilia e della Calabria”.

Le intercettazioni effettuate dagli investigatori hanno rivelato una serie di conversazioni compromettenti, tra cui quella in cui Principi avrebbe intimato all’amministrazione comunale di non costituirsi parte civile in un processo contro affiliati mafiosi, definendo la questione come un “fatto privato”. Questa affermazione, insieme ad altre azioni simili, ha portato gli inquirenti a considerare Principi un collaboratore esterno della mafia locale.

Reazioni e Prospettive Future

L’operazione ha scosso profondamente le istituzioni e la comunità di Aprilia. La presidente della Commissione Antimafia, Chiara Colosimo, ha lodato il lavoro degli inquirenti e richiesto formalmente l’acquisizione degli atti dell’inchiesta. Allo stesso modo, Nicola Calandrini, senatore di Fratelli d’Italia, ha espresso fiducia nella giustizia, augurandosi che il sindaco possa chiarire la sua posizione al più presto. Gianpiero Cioffredi, coordinatore regionale di Libera, ha descritto uno “scenario terrificante” in cui la criminalità organizzata ha condizionato la convivenza democratica nel territorio di Aprilia, auspicando un risveglio delle coscienze dei cittadini contro le mafie.

Conclusioni

La maxi operazione antimafia ad Aprilia ha svelato una rete di corruzione e criminalità organizzata profondamente radicata nelle istituzioni locali. La scoperta di un sistema mafioso capillare, capace di condizionare il governo locale e di stringere rapporti con potenti clan criminali, rappresenta un duro colpo per la città e per l’intero Lazio. Le indagini continuano e potrebbero portare a ulteriori sviluppi nelle prossime settimane, mentre la comunità e le istituzioni locali sono chiamate a riflettere sul futuro e sul recupero della legalità.

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